Story
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Agosto 1976, sulle panchine del "Tassi" l'idea, quasi un gioco nuovo, nasce da pochi e giovani studenti con le idee confuse e scarse informazioni, ma decisi ad essere presenti a quell’appuntamento con quel futuro che la liberalizzazione dell’etere “sembrava” presagire. Ottobre/Novembre la prima sede, gli esperimenti, i tentativi e le prove fallite. Dicembre 1976, la mattina del cinque, un freddo cane e la neve, alle 7,30 escono le prime voci ufficiali da Tiferno Uno. Non ci si ferma più!
Story #01
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​Primavera 1977: la radio si scopre, una notte, dopo una scossa di terremoto neanche troppo leggera, divertente, utile e importante: la gente ringrazia. Tra la paura e la confusione la diretta, continuata, ininterrotta, con informazioni in collegamento con la città e con gli altri centri della valle: il lavoro svolto per strada: dal piazzale per paura di restare dentro gli studi, in casa. Non era mai successo che un mezzo di comunicazione di massa fosse così vicino ad una piccola comunità (la radio e la Tv di stato si occupavano solo di grandi eventi, di grandi uomini, di grandi fatti).
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E non c’erano i telefonini, ma tanti cavi e tanta spontaneità.
Story #02
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"Perle" di una lunga notte, in diretta fino all'alba: "all'ospedale stanno tutti bene" oppure "il terremoto è sotto controllo", ma anche questo è storia.
Arrivano gli anni Ottanta, succedono cose nuove: l'emittenza privata era nata, si era sviluppata ed ora stava rapidamente cambiando. Il movimento spontaneo non c’è la fa più. È tempo di organizzarsi, il mercato avanza, gli ideali e il volontariato devono lasciare il posto ai bilanci, i giovani e incoscienti imprenditori lasciano sul terreno i risparmi e i sogni. Fino ad oggi le “radio libere” d’Italia e così quelle della Valtiberina si erano moltiplicate: da oggi scompaiono in sequenza rapida.
Il legislatore di turno impedisce di fatto una qualsiasi regolamentazione: gli imprenditori più scaltri, arroganti e “ammanicati” requisiscono l’etere con la prepotenza del denaro e dalla mala – politica, nascono (nasce!) i grandi gruppi radio televisivi, ancora oggi vivi e più che mai potenti.
Story #03
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Tiferno Uno non molla e tra mille sacrifici traghetta al di là del secondo Millennio. E’ una questione di principio, di amore e di orgoglio, ma anche di capacità e determinazione. Soprattutto è la consapevolezza che un territorio come l’Alta Valle del Tevere ha il diritto, ma anche il dovere, di avere una propria voce “libera” come in quel lontano 1976, ma oggi più forte per consenso e tanti anni di presenza, certamente discreta, sempre credibile, forte e sentita. Forse Tiferno Uno è una di quelle cose che una città, che non riconosce molto di quello che ha come “importante e proprio”, identifica come “sua”, un pezzettino di storia scritta con semplice onestà.
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Anche questo è un modo di farsi riconoscere, di esserci e significare qualcosa per chi c’era, per quelli che ci sono e quelli che verranno.